lunedì 11 agosto 2014

Rocca Calascio:sul massiccio del Gran Sasso, nella fortezza di "Lady Hawke"

Rocca Calascio:sul massiccio del Gran Sasso, nella fortezza di "Lady Hawke"


Se amate la montagna e sognate un’atmosfera da Film, allora vi innamorerete certamente  di Rocca Calscio. Luogo di suggestione ed enorme fascino, esso evoca storie di cavalieri erranti, maghi e amori contrastati, e non a caso fu scelto come ambientazione per la favola dei due innamorati costretti da un sortilegio ad assumere le sembianze di aquila e di lupo, raccontata nel celebre"Lady Hawke"
Costruito a ridosso delle pendici del Gran Sasso e vicino all’altopiano di Campo Imperatore, Il castello di Rocca Calascio con i suoi 1420 metri s.l.d.m. è il più alto dell’Appennino e sembra sorgere direttamente dalle rocce!
Il suo profilo scarno, reso ancor più suggestivo ed affascinante dai cedimenti dovuti ai terremoti che nei secoli hanno interessato il castello ed il piccolo paese che gli si è sviluppato intorno, domina la valle che lo circonda e il borgo medievale di Calascio, che sorge poco più sotto. La Rocca infatti, il cui primo torrione risale all’anno 1000, è una fortezza costruita con la funzione di avvistamento e di comunicazione.  Dalla sua posizione,  mediante l’ausilio di torce durante la notte e di specchi nelle ore diurne, essa permetteva, attraverso gli innumerevoli collegamenti ottici disseminati nel territorio, di comunicare con i castelli della costa adriatica. Il fascino di questo luogo e la suggestione del paesaggio da cui sembra emergere in modo del tutto naturale, ha stregato registi di tutto il mondo che lo hanno scelto come set cinematografico per le proprie opere. Abbiamo già citato il film Lady Hawke, ma bisogna  anche aggiungere Il viaggio della sposa (ITA1997) e L'orizzonte degli eventi (ITA2005), la serie televisiva Padre Pio della RAI (ITA2006) e, The American (USA2010) con George Clooney, interamente girato nella provincia dell'Aquila.


Questo posto meraviglioso  è stato inoltre il protagonista di un’altra particolarissima storia d’amore, una favola moderna raccontata nell’estate del 2004 da un’inviata del Financial Times, che suona più o meno come segue.
Daniele Kihlgren, imprenditore italo-svedese, se ne andava in moto tra le rocche abbandonate dell’Appennino, nella terra dell’aquila e del lupo, all’ombra del Corno Grande del Gran Sasso. Nei pressi di Rocca Calascio intravide un piccolo presepe: un borgo quasi fantasma abitato da pochi vecchi e molti ricordi. Null’altro che una torre e un grappolo di case di pietra rimaste ferme al Medioevo. Non sbuffavano le canne fumarie né c’erano punti di ristoro, ma Klihlgren si fermò. E nell’arco di 24 ore contrattò l’acquisto di buona parte del paese appartenuto ai Piccolomini e poi ai Medici, paese che si era arricchito con il commercio della lana grezza e la vicinanza alla Via dello Zafferano, la cui prosperità era testimoniata dall’integrità architettonica, dai portali e dai soffitti decorati. La decadenza della transumanza, la seconda Guerra Mondiale e le migrazioni alla volta del Canada congelarono il borgo e i suoi antichi mestieri. Fino all’arrivo di Kihgren. Che ha provveduto alla sua rinascita ed al suo recupero tramite un eccellente restauro conservativo che negli anni lo ha riportato alla sua bellezza originaria. Qui infatti ogni ambiente è stato riportato al suo stato originale mantenendo ferma la coerenza al rispetto della cultura materiale. Ci sono i vecchi intonaci anneriti dal fumo, i caminetti scarni, gli scaldini per i letti. Le porte di legno si chiudono con enormi chiavi di ferro, e vengono ripresi mestieri antichi come l’orafo, il tessitore e il ceramista.


Per un weekend romantico davvero fantastico il nostro consiglio è quello di trascorrere le notti nell' Albergo diffuso Sexantio, nel  vicino paese di Santo Stefano di Sessanio, dove grazie a Kihlgren sono state recuperate e trasformate in hotel le mura, le case medievali, il Palazzo delle Loggette. Potrete inoltre gustare un’ottima cucina nella Locanda sotto gli Archi, un vecchia cantina con le travi a vista e il camino in pietra trasformata in ristorante,o all’Ostello del Cavaliere, che serve un’ottima cucina casalinga la cui specialità è la zuppa di lenticchie di Santo Stefano di Sessanio, uno dei presidi italiani di Slow Food.
In questo borgo a “tolleranza zero”, in cui cioè nulla di brutto e di nuovo può essere costruito, l’impressione è proprio quella di trovarsi come d’incanto in un paesaggio da favola, tra vie strette e archi molto bassi, in un vero e proprio gioiello medievale “griffato” dalla nobiltà fiorentina.


Come arrivare:
Dall'autostrada A24 (Roma-Teramo) uscire a L'Aquila Est e seguire le indicazioni per Sulmona. Superato Poggio Picenze, prendere a sinistra per Barisciano. Superato il paese proseguire per S.Stefano di Sessanio e poi per Calascio. 
Per arrivare al castello, raggiungere la parte alta del paese seguendo le indicazioni per la Rocca e parcheggiare. Seguendo il sentiero che passa per le vecchie mura e per le case diroccate del paesino abbandonato, arriverete in circa mezz'ora alla Rocca.

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