Se amate la montagna e sognate
un’atmosfera da Film, allora vi innamorerete certamente di Rocca Calscio. Luogo di suggestione ed
enorme fascino, esso evoca storie di cavalieri erranti, maghi e amori contrastati, e
non a caso fu scelto come ambientazione per la favola dei due innamorati
costretti da un sortilegio ad assumere le sembianze di aquila e di lupo, raccontata
nel celebre"Lady Hawke"
Costruito a ridosso delle pendici del Gran
Sasso e vicino all’altopiano di Campo Imperatore, Il castello di Rocca Calascio
con i suoi 1420 metri s.l.d.m. è il più alto dell’Appennino e sembra sorgere
direttamente dalle rocce!
Il suo profilo scarno, reso ancor più
suggestivo ed affascinante dai cedimenti dovuti ai terremoti che nei secoli
hanno interessato il castello ed il piccolo paese che gli si è sviluppato
intorno, domina la valle che lo circonda e il borgo medievale di Calascio, che
sorge poco più sotto. La Rocca infatti, il cui primo torrione risale all’anno
1000, è una fortezza costruita con la funzione di avvistamento e di
comunicazione. Dalla sua posizione, mediante l’ausilio di torce durante la notte
e di specchi nelle ore diurne, essa permetteva, attraverso gli innumerevoli collegamenti
ottici disseminati nel territorio, di comunicare con i castelli della costa
adriatica. Il fascino di questo
luogo e la suggestione del paesaggio da cui sembra emergere in modo del tutto
naturale, ha stregato registi di tutto il mondo che lo hanno scelto come set
cinematografico per le proprie opere. Abbiamo già citato il film Lady Hawke, ma
bisogna anche aggiungere Il viaggio
della sposa (ITA, 1997) e L'orizzonte
degli eventi (ITA, 2005), la serie
televisiva Padre Pio della RAI (ITA, 2006) e, The American (USA, 2010) con George Clooney, interamente girato nella provincia
dell'Aquila.
Questo posto meraviglioso è stato inoltre il protagonista di un’altra
particolarissima storia d’amore, una favola moderna raccontata nell’estate del
2004 da un’inviata del Financial Times, che suona più o meno come segue.
Daniele Kihlgren, imprenditore italo-svedese, se ne andava in moto tra le rocche
abbandonate dell’Appennino, nella terra dell’aquila e del lupo, all’ombra del
Corno Grande del Gran Sasso. Nei pressi di Rocca Calascio intravide un piccolo
presepe: un borgo quasi fantasma abitato da pochi vecchi e molti ricordi.
Null’altro che una torre e un grappolo di case di pietra rimaste ferme al
Medioevo. Non sbuffavano le canne fumarie né c’erano punti di ristoro, ma
Klihlgren si fermò. E nell’arco di 24 ore contrattò l’acquisto di buona parte
del paese appartenuto ai Piccolomini e poi ai Medici, paese che si era
arricchito con il commercio della lana grezza e la vicinanza alla Via dello
Zafferano, la cui prosperità era testimoniata dall’integrità architettonica,
dai portali e dai soffitti decorati. La decadenza della transumanza, la seconda
Guerra Mondiale e le migrazioni alla volta del Canada congelarono il borgo e i
suoi antichi mestieri. Fino all’arrivo di Kihgren. Che ha provveduto alla sua
rinascita ed al suo recupero tramite un eccellente restauro conservativo che
negli anni lo ha riportato alla sua bellezza originaria. Qui infatti ogni
ambiente è stato riportato al suo stato originale mantenendo ferma la coerenza
al rispetto della cultura materiale. Ci sono i vecchi intonaci anneriti dal
fumo, i caminetti scarni, gli scaldini per i letti. Le porte di legno si
chiudono con enormi chiavi di ferro, e vengono ripresi mestieri antichi come
l’orafo, il tessitore e il ceramista.
Per un weekend
romantico davvero fantastico il nostro consiglio è quello di trascorrere le
notti nell' Albergo diffuso Sexantio,
nel vicino paese di Santo Stefano di
Sessanio, dove grazie a Kihlgren sono state recuperate e trasformate in hotel
le mura, le case medievali, il Palazzo delle Loggette. Potrete inoltre gustare
un’ottima cucina nella Locanda sotto gli Archi, un vecchia cantina con le travi a vista e il camino in pietra trasformata in ristorante,o all’Ostello del Cavaliere, che serve
un’ottima cucina casalinga la cui specialità è la zuppa di lenticchie di Santo
Stefano di Sessanio, uno dei presidi italiani di Slow Food.
In questo borgo a
“tolleranza zero”, in cui cioè nulla di brutto e di nuovo può essere costruito,
l’impressione è proprio quella di trovarsi come d’incanto in un paesaggio da
favola, tra vie strette e archi molto bassi, in un vero e proprio gioiello
medievale “griffato” dalla nobiltà fiorentina.
Come arrivare:
Dall'autostrada A24 (Roma-Teramo) uscire a L'Aquila Est e seguire le indicazioni per Sulmona. Superato Poggio Picenze, prendere a sinistra per Barisciano. Superato il paese proseguire per S.Stefano di Sessanio e poi per Calascio.
Per arrivare al castello, raggiungere la parte alta del paese seguendo le indicazioni per la Rocca e parcheggiare. Seguendo il sentiero che passa per le vecchie mura e per le case diroccate del paesino abbandonato, arriverete in circa mezz'ora alla Rocca.
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